Italia delle Regioni

Accogliere, integrare e dialogare. Papa Francesco torna a indicare alcune strade maestre da percorrere nell’accoglienza dei migranti, fenomeno che in questi ultimi anni scuote soprattutto l’opinione pubblica europea. Lo ha fatto nel discorso che ha rivolto alla delegazione dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) ricevuta  nei giorni scorsi nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico in vaticano. Un intervento breve, ma intenso, su un tema che a papa Francesco sta molto a cuore.

“La città di cui vorrei parlarvi – ha esordito il Papa – riassume in una sola le tante che sono affidate alla vostra responsabilità. È una città che non ammette i sensi unici di un individualismo esasperato, che dissocia l’interesse privato da quello pubblico. Non sopporta nemmeno i vicoli ciechi della corruzione, dove si annidano le piaghe della disgregazione. Non conosce i muri della privatizzazione degli spazi pubblici, dove il “noi” si riduce a slogan, ad artificio retorico che maschera l’interesse di pochi”.

“Un sindaco – ha detto ancora Francesco – deve avere la virtù della prudenza per governare, ma anche la virtù del coraggio per andare avanti e la virtù della tenerezza per avvicinarsi ai più deboli”. “Vi auguro di potervi sentire sostenuti dalla gente per la quale spendete il vostro tempo, le vostre competenze, quella familiarità del sindaco con il suo popolo, quella vicinanza, se il sindaco è vicino la cosa va avanti, sempre”.

Custodire la passione del bene comune. Per costruire e servire una città “serve un cuore buono e grande, nel quale custodire la passione del bene comune”. Ecco allora che “non bisogna alzare ulteriormente la torre, ma di allargare la piazza, di fare spazio, di dare a ciascuno la possibilità di realizzare sé stesso e la propria famiglia e di aprirsi alla comunione con gli altri”. Anzi, il Papa consiglia i sindaci di “frequentare le periferie, quelle urbane, quelle sociali e quelle esistenziali. Il punto di vista degli ultimi è la migliore scuola, ci fa capire quali sono i bisogni più veri e mette a nudo le soluzioni solo apparenti”. C’è dunque bisogno di “una politica e di una economia nuovamente centrate sull’etica: quella della responsabilità, delle relazioni, della comunità e dell’ambiente”.

Migranti, superare le paure. Il Papa non si nasconde che “molti vostri concittadini avvertono un disagio di fronte all’arrivo massiccio di migranti e rifugiati. Ecco trova spiegazione dell’innato timore verso lo straniero, un timore aggravato dalle ferite dovute alla crisi economica, dall’impreparazione delle comunità locali, dall’inadeguatezza di molte misure adottate in un clima di emergenza”. Ma tale disagio, aggiunge ancora Francesco, “può essere superato attraverso l’offerta di spazi di incontro personale e di conoscenza mutua”. Un invito rivolto a tutti i comuni italiani, anche se il Papa si è rallegrato del fatto che “molte delle amministrazioni qui rappresentate possono annoversarsi tra i principali fautori di buone pratiche di accoglienza e di integrazione”. E lascia agli amministratori un compito: aiutare a guardare con speranza al futuro, perché questo fa emergere “le energie migliori di ognuno, dei giovani prima di tutto”.

Decaro: parole che ci incoraggiano. Di fronte alla sfida del cambiamento e delle migrazioni “spesso ci capita di avere paura. Spesso vorremmo tornare indietro – commenta il presidente dell’Anci Antonio Decaro -. Soprattutto quando ci sentiamo soli”, ma “con la Sua parola, non lo saremo mai”. “Questa incontro, ci consente di guardare avanti con più fiducia e più coraggio”.

La legge sui piccoli Comuni, approvata recentemente e rispetto alla quale ribadiamo il nostro plauso, ha bisogno di un finanziamento più adeguato rispetto alle giuste ambizioni e alle definizioni di principio che sancisce. Abbiamo avuto modo di chiederlo personalmente al premier Paolo Gentiloni, raccogliendo un attento ascolto da parte del presidente del Consiglio”. Lo affermano il presidente ed il vicepresidente vicario dell’Anci, Antonio Decaro e Roberto Pella, dopo l’incontro a Palazzo Chigi tra il premier di una delegazione di sindaci ed esponenti dell’Associazione.

“La legge per i piccoli Comuni – ricorda Decaro – è fondamentale per quell’operazione controesodo per cui l’Anci si batte da tempo: rivitalizzare e rendere attrattivi i borghi che sono il cuore prezioso dell’Italia. Ma per attuare politiche di ripopolamento servono risorse. Fondi che ho chiesto a Gentiloni di inserire già nella legge di bilancio”.

“Come sindaci e come Anci – aggiunge Pella – abbiamo voluto e sostenuto la legge sui piccoli Comuni, e di questo ringrazio ancora il presidente Antonio Decaro, per la sua costante attenzione ai problemi delle amministrazioni con meno di 5 mila abitanti. Ma se davvero vogliamo rendere concreto il principio che sancisce la specificità dei piccoli centri – aggiunge Pella – dobbiamo ora proseguire senza tentennamenti sul percorso intrapreso, a partire da due ineludibili misure: l’aumento del fondo di 100 milioni messo a disposizione dalla legge, e l’avvio di una concreta riforma per la semplificazione amministrativa rivolta ai Comuni di minori dimensioni, che troppo spesso si ritrovano a dover adempiere alle stesse innumerevoli scadenze delle grandi città, potendo però contare su un numero di dipendenti marcatamente inferiore”.

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