Joe Junior, il nuovo Kennedy

John dal destino spezzato, Robert ingannato in piena ascesa, Ted squalificato ancora prima di entrare in gara. L’epopea dei Kennedy riprende con un volto nuovo.

Joe Kennedy ha tutto quello che serve per incidere il suo nome sulle pagine satinate della saga familiare: 36 anni e un portamento agile e sportivo. Unico neo i suoi capelli rossi che non ne fanno un Kennedy doc. Joe ha cominciato la sua carriera politica nel 2012 facendosi eleggere – e rieleggere – alla Camera dei rappresentanti. E non in uno Stato qualsiasi visto che si tratta del Massachusetts, il feudo di famiglia da più di settant’anni. E il trampolino di lancio di tutti gi appartenenti  al clan alla ricerca di un posto al sole. Joe Kennedy Junior porta il nome del suo bisnonno, il padre fondatore della dinastia, quell’Ambasciatore americano che nella Germania nazista  non ha mai veramente affermato avere qualche antipatia per Hitler. E’ il nipote di Robert Kennedy, ministro della Giustizia di JFK e candidato alla Presidenza assassinato nel 1968 a Los Angeles, appena cinque anni dopo l’attentato mortale perpetrato a suo fratello a Dallas. Il Sud, una spina nel fianco per questi patrizi della Nuova Inghilterra. E’ evidentemente questo uno dei motivi principali che fanno si che Joe viva a Boston, la città che rappresenta in Campidoglio. Fino a poche settimane fa aveva sempre lavorato con un profilo basso e sembrava preoccupato più dai problemi della scuola, delle case e di integrazione sociale nella sua circoscrizione che dalle grandi riforme politiche di Washington.

Tutto questo fino a quando Trump e la sua cerchia repubblicana non si attaccassero all’Obamacare, embrione di un sistema di previdenza sociale messo in piedi da Barack Obama. Questa bocciatura tocca l’anima di tutto ciò per cui, attraverso la lotta per i diritti civili, i Kennedy, e in particolar modo suo zio il senatore Ted Kennedy , si sono sempre battuti. Da qualche mese a questa parte, il discreto Joe si è trasformato. Già lo scorso Marzo, durante un intervento alla Camera dei Rappresentanti, ha attaccato Paul Ryan. Il leader della maggioranza repubblicana – e una delle personalità più in vista di Washington – aveva criticato l’Obamacare, giudicato “più perverso che generoso nei suoi progetti”. La requisitoria di Joe era stata così infiammata che aveva fatto il giro dei social network, a tal punto che in meno di 24 ore, solo su Facebook lo avevano visto più di 10 milioni di persone. Ecco un giovane uomo che sembra voler raccogliere il guanto di sfida dell’imprevedibile Presidente Trump e delle sue idee reazionarie, ridando slancio agli attempati rappresentanti del Partito Democratico, che dopo la sconfitta di Hillary Clinton, rimanevano impantanati da settimane sulla questione di come sfruttare i legami poco trasparenti di Trump con la Russia.

A rafforzare questa tesi un secondo discorso di fuoco del giovane Kennedy. Questa volta direttamente rivolto a Donald Trump dopo la violenta manifestazione di Charlottesville. Questa volta l’intervento è stato visto da 15 milioni di internauti. Da allora, il Partito Democratico a ricominciato a sognare:  con Joe Kennedy  avevano forse trovato la nuova generazione di leader vincente ad immagine e somiglianza di Emmanuel Macron in Francia e Justin Trudeau in Canada? Ad una condizione: l’interessato ha veramente il sacro fuoco dell’ambizione politica che tanto cara è costata alla sua famiglia? Apparentemente finora non è stato così, e mancano a Joe quell’insieme di temerarietà, fame di potere e di riuscita che sono state il motore della generazione politica ascendente in Francia, Canada e per qualche verso in Italia. I dirigenti del Partito Democratico sono ottimisti, soprattutto dopo un’intervista televisiva nella quale Joe Kennedy affermava per la prima volta che “se un seggio da senatore fosse diventato vacante, avrebbe riflettuto su dal farsi”. I commentatori politici americani hanno subito affermato che questa era una chiara dichiarazione del voler entrare nella vera arena politica, laddove il gioco si fa duro. Il giovane rappresentante ha anche ricevuto incoraggiamenti “importanti”, uno tra tutti quello di Barack Obama.

Trump è in qualche modo fortunato, per lui il campo rimane aperto ancora per un po’, perché se ciò accadesse non sarà per le elezioni del 2020 che Joe si lancerà, ma quattro anni dopo. Joe Kennedy avrà solo 44 anni, appena un anno in più di quando John Fitzgerald Kennedy fu eletto Presidente.

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