La Germania lancia la gara per le Rinnovabili

La bugia dell’impossibilità di coprire la totalità del fabbisogno di energia mondiale con le fonti rinnovabili ha le gambe corte. Sgomitando faticosamente fra lobby, interessi e disinformazione, governi avveduti mettono a regime solare ed eolico, idroelettrico e biomasse, e anno dopo anno aumentano la quota di energia rinnovabile immessa in rete. Come la Germania, da sempre all’avanguardia in campo ambientale. Nell’ultimo weekend di aprile la Germania, che pure si alimenta del suo nucleare e del gas dei Paesi dell’Est, ha messo a segno un nuovo record sul fronte delle energie rinnovabili: i suoi eolico, solare, biomasse e idroelettrico hanno generato l’85% dell’elettricità consumata dai tedeschi. A certificare il primato è stato il think tank Agora Energiewende. “La maggior parte delle centrali a carbone tedesche non è stata in funzione domenica 30 aprile, con le rinnovabili che hanno rappresentato l’85% della produzione elettrica”, ha detto il direttore di Agora Energiewende, Patrick Graichen, spiegando che anche le centrali nucleari, per cui è prevista la chiusura entro il 2022, sono state poco utilizzate.

Un primato raggiunto in un weekend, quindi a fronte di una domanda di energia probabilmente inferiore a quella dei giorni di lavoro: ma è importante che se ne sia fatto una notizia e un vanto per Berlino, perché significa che la transizione del proprio sistema energetico alle rinnovabili è ormai fonte di prestigio per ogni Paese all’avanguardia nel mondo.

“Con la continua crescita delle energie rinnovabili, che sono sempre più indipendenti dagli incentivi, sperimenteremo situazioni simili più frequentemente”, ha osservato Graichen. Che ha aggiunto: “Nel 2030 queste situazioni saranno la normalità”. Ci vogliono le spalle grosse di un Paese come la Germania per realizzare, e non solo annunciare, questo traguardo: che, come la comunità scientifica internazionale sa da tempo, è ostacolato non dalle possibilità della tecnologia, ma dai mercati e dai governi deboli. Sono i mercati a rallentare la transizione verso le energie pulite: ed è da evidenziare a colori accesi la risposta dei gestori dell’energia tedesca, supportata dallo sforzo evolutivo delle tecnologie, espressa da Graichen nel passaggio “le energie rinnovabili sono sempre più indipendenti dagli incentivi”.

Ma il momento è favorevole: pur ‘pesante’, il ‘no’ di Trump all’accordo di Parigi ha generato una sorta di alleanza mondiale a favore dell’Accordo, e  quindi contro le fonti fossili. E così la Germania si trova in buona compagnia nella corsa verso il cento per cento di energia rinnovabile: accanto alla California, altra superpotenza mondiale nel campo dell’innovazione tecnologica, delle rinnovabili e dei motori elettrici; al Canada; alla Francia, che sta dando la caccia a tecnici e imprese ‘green’ ‘esodati’ da Trump; alla Cina, che ha da poco ordinato trenta megaimpianti a Solare termodinamico a concentrazione (CSP), realizzato con brevetti, tecnologie e aziende italiane; al Giappone, che alla stessa tecnologia e aziende sta affidando la transizione dal nucleare al solare; e ai Paesi arabi, che pur vendendo petrolio al mondo, in casa loro si stanno rendendo autonomi sempre grazie al solare italiano.

C’è da sperare, insomma, nella nobile gara per il raggiungimento di Zero Carbon. Che procede in modo ‘irreversibile’, per citare la dichiarazione sul Clima al G20 di Amburgo: lasciando ai mercati il tempo di ammortizzare gli investimenti in fonti fossili meno gestibili, e orientare i più gestibili e quelli di nuova accensione verso l’energia pulita.

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[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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2 Commenti per "La Germania lancia la gara per le Rinnovabili"

  1. Giuseppina Ranalli | 17 Luglio 2017 a 13:47:05 | Rispondi

    I dati Eurostat, a livello europeo, e i dati dell’IEA, a livello mondiale, smentiscono le affermazioni dell’articolo.
    I dati “ufficiali”, non articoli di giornali che spesso, troppo spesso, raccontano la versione dell’oste, dicono che l’Italia ha superato il target 2020 sulle rinnovabili mentre la Germania è ancora lontana. Questi sono i fatti, ciò che non si basa su dati ufficiali è mera propaganda finalizzata a mantenere in vita il sistema di incentivi che consiste, praticamente, nel trasferire denaro dalle famiglie e dalle imprese alle tasche di pochi affaristi.
    Ma, mentre i cittadini si possono gabbare, l’ambiente no. All’ambiente delle definizioni normative non importa nulla.

  2. Francesco Paolo Mancini | 17 Luglio 2017 a 19:10:15 | Rispondi

    Gentile lettrice, La ringrazio della Sua attenzione. Nell’articolo si parla di un primato della Germania rispetto a sé stessa, un primato interno per capirci, non rispetto ad altri Paesi, fra i quali naturalmente l’Italia: e tale primato è la percentuale di energia da Rinnovabili immessa in rete dalla Germania in un momento definito, l’85 per cento appunto. Se lo scopo dell’articolo fosse stato certificare un presunto primato mondiale, allora avremmo dovuto parlare di Paesi, e amministrazioni locali, che coprono spesso quote ben più alte, fino al cento per cento del proprio fabbisogno energetico, con le sole Rinnovabili. Fra questi non compare alcuna ‘potenza’ mondiale, né l’Italia. Quanto per l’appunto all’Italia, le prestazioni del nostro sistema energetico in tal senso parlano del ‘sorpasso’ delle Rinnovabili sui Fossili nel giugno 2016: quando nel nostro Paese si raggiunse il 50,5 per cento dell’energia immessa in rete prodotta da Rinnovabili (fonte: Rapporto GSE 2016). Questo, e non Europa 2020, è il dato, omogeneo a quello della Germania, di cui eventualmente avremmo dovuto parlare citando il nostro Paese. Ma lo scopo dell’articolo non era, appunto, un confronto di questo genere.
    Lo scopo dell’articolo era rilevare come una grande potenza, quindi un soggetto ‘a forte impatto ambientale’, consideri oggi un vanto produrre energia elettrica dalle fonti rinnovabili. Che oggi produrre con le Rinnovabili sia un fattore di prestigio internazionale, questa è una notizia. Una grande notizia, gentile lettrice: perché significa che l’Ambiente è diventato un tema sensibile, col quale non solo l’economia ma sempre più la politica e i governi devono fare i conti; e non è più un tema da salotto come certa politica, certa stampa e l’opinione generale del passato l’hanno considerato, purtroppo, per molti decenni successivi al Dopoguerra. No: oggi addirittura i Governi sono in gara per dirsi ‘ecocompatibili’: non Le sembra straordinario? Personalmente lo trovo, sì, straordinario. E degno della nota di un articolo.
    Quanto agli incentivi, siamo assolutamente d’accordo con Lei. Però consideriamo che è proprio grazie agli incentivi alle Rinnovabili che l’Italia ha superato, e già da sei anni, il ‘target’ 2020 che Lei giustamente cita come un vanto del nostro Paese. L’utilizzo degli incentivi è stato necessario nella fase di messa in economia della Rinnovabili, ma non piace a nessuno. Nemmeno, rilegga bene, al direttore del think tank citato nell’articolo: il quale vanta il fatto che “le energie rinnovabili sono sempre più indipendenti dagli incentivi’. Gli incentivi costano alle famiglie e alle imprese, Lei giustamente osserva; ma son soldi ben spesi se servono per avviare produzioni innovative come l’energia da Rinnovabili, e comunque ne paghiamo sempre meno. Che dire invece del fatto che con la nostra bolletta energetica paghiamo il sostegno alle fonti fossili?
    Dimenticavo: non abbiamo un ‘oste’, abbiamo qualcosa di ben più importante, i nostri lettori. Grazie ancora per la Sua attenzione.

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