Pinardi (UniBo): il futuro nell’energia del mare

Docente all’Università di Bologna, il suo campo di studio è la dinamica e la previsione delle correnti marine e l’accoppiamento di base tra le variabili fisiche e quelle biogeochimiche nel tentativo di costruire una nuova conoscenza interdisciplinare del mare e della sua variabilità, ha scritto più di un centinaio di articoli su riviste internazionali in vari settori dell’oceanografia fisica e interdisciplinare. Stiamo parlando di Nadia Pinardi alla quale l’Università di Liegi ha da poco conferito la Laurea Honoris Causa.

Professoressa, una oceanografa sul palco del TedX, ci descriva la sua attività innanzitutto.

L’oceanografia è una scienza difficile da spiegare e anche da pronunciare, mi occupo di oceanografia da tanto tempo, sono un fisico che ha applicato le conoscenze fisiche e matematiche allo studio del moto del mare. In tutte le sue forme, da quelle climatiche a quelle di tutti i giorni; il mare è una componente fondamentale della nostra vita, un regolare climatico importantissimo per la vita umana sulla Terra.

Esiste anche una vista economica riguardo la produzione di energia elettrica se non erro.

Assolutamente sì, i nostri studi puntano anche all’applicazione pratica con la produzione di energia elettrica proveniente dal moto del mare. Oramai abbiamo dati molto precisi sul movimento delle correnti e sulla temperatura dell’acqua, che ci consentono di fare previsioni particolarmente accurate. Ci sono già strutture commerciale che convertono l’energia del mare in elettricità, nel mare del Nord sono all’avanguardia, anche nel Mediterraneo abbiamo 3-4 installazioni che sfruttano l’energia del mare ed il vento, perché sul mare il vento soffia più forte.

Se si può realizzare una scienza che unisca la tutela ambientale alla convenienza economica, probabilmente sarebbe più alta la soglia di attenzione della politica e quindi della protezione ambientale.

Non c’è dubbio, l’oceanografia studia l’ambiente naturale per rispondere a domande pratiche, il moto, la salinità, tutto per arrivare ad un’applicazione. In passato il primo a studiare l’oceano fu un bolognese, il conte Ferdinando Marsili, il quale ne ha misurato le proprietà ed era spinto a questo per arrivare alla pratica. E’ sempre stato così d’altronde, i grandi navigatori erano spinti ad esplorare per scoprire nuovi materiali, nuovi cibi, in altri continenti e portarli in patria. Il mare è sempre stato studiato per ragioni pratiche, è sicuramente molto perché è enorme, ha un movimento molto lento, un poco come l’atmosfera. E per fare buone previsioni bisogna avere misure affidabili, stiamo cercando di avere applicazioni che possano promuovere uno sviluppo sostenibile.

E’ un punto di vista che va oltre l’ambiente fine a sé stesso.

Se un giorno l’uomo userà l’energia del mare, sfrutterà meno le fonti inquinanti aumentando la qualità della vita.

Che mezzi usate per misurare? Sono già normalmente in attività?

Essenzialmente abbiamo bisogno di 2-3 cose, satelliti, sonde sul fondo del mare e modelli matematici. Quando 20 anni fa cominciammo a pensare di fare le previsioni del mare, che nessuno pensava fosse possibile, abbiamo iniziato a mettere in atto tutti questi componenti. Qui a Bologna abbiamo uno dei centri di calcolo più importanti d’Europa, il Cineca. Tutti questi mezzi ci danno la possibilità di vedere il mare dalla superficie fino al fondo.

Questi temi saranno anche oggetto del G7 Ambiente?

Noi speriamo che il G7 ci dia il supporto politico per continuare nel monitoraggio del mare con mezzi sempre più capaci per dare le risposte che ci servono. Quindi connessioni tra i paesi, protocolli di trasmissione dati comuni, quindi che il G7 riconosca che è stato fatto molto, ma si può fare molto di più. Ci serve anche che l’industria si interfacci sempre di più con i nostri prodotti in modo da fare continui progressi nella materia. Vorrei dire ai giovani che questo è un campo bellissimo, molta parte della nostra economia futura sarà sul mare e quindi vengano ad unirsi al nostro gruppo.

[Intervista realizzata in occasione del TedX Bologna Salon Roots del 27 maggio scorso dedicato alla sostenibilità e G7 Ambiente, grazie al curatore Andrea Pauri e all’ufficio stampa Dora Carapellese – NdR]

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