L’Europa che abbandona l’antieuropeismo

Chi ancora credeva che Macron avrebbe potuto subire una flessione a favore della prorompente Le Pen, si è dovuto ricredere.  E anche in Gran Bretagna le aspettative sono state tradite dai fatti. La conservatrice Theresa May, alle scorse elezioni, non è riuscita ad ottenere la maggioranza in Parlamento facendo di fatto vacillare il progetto di Brexit sul quale ha condotto la propria battaglia elettorale.

Sicuramente il caso più eclatante rimane quello francese. Il neo Presidente ha da sempre mostrato un approccio filoeuropeista e una certa intesa con la Merkel, riportando la Francia nell’alveo dei Paesi pro Europa. Anche gli altri paesi del centro-nord Europa sembrano aver sedato i movimenti di ribellione nei confronti dell’Unione a favore di politiche di cooperazione più costruttive.

E in Italia? Beh, il nostro paese da sempre vive di una sorta di propria indipendenza politica rispetto al resto d’Europa. L’attuale tripartizione politica però non mette ancora del tutto al sicuro i rapporti con l’Unione Europea e lascia ancora dubbi sulle future decisioni che si potrebbero intraprendere dopo le elezioni.

Se comunque oggi il tema UE non è al centro del dibattito politico, è sicuramente parte fondamentale dell’ideologia leghista e pentastellata anche se ultimamente il partito di Grillo sembra si stia allontanando da posizioni estreme per una politica più accomodante nei confronti dell’Europa.

Bisogna dire che, nonostante nel centrodestra i forzisti mitighino le posizioni di Salvini, insieme rappresenterebbero circa il 30% dell’elettorato che però avrebbe comunque una forte connotazione antieuropeista. Insomma, stando ai sondaggi, l’Italia sembrerebbe il Paese ancora a più alto rischio.

Certo le  dinamiche degli ultimi anni hanno modificato radicalmente l’opinione pubblica del vecchio continente, anche grazie agli interventi in campo economico che sembrano essere riusciti a ridurre drasticamente l’impatto della crisi sulle economie degli Sati membri allentando la tensione sociale.

Altro fattore determinante può essere considerato il terrorismo di matrice islamica. La necessità di una maggior cooperazione in tema di sicurezza ha reso consapevoli non solo i governi, ma anche i cittadini che mostrano sempre più una identità europea comune. Tra l’altro, di questi tempi, nemmeno il trumpismo sembra premiare, tutt’altro, e la situazione geopolitica internazionale sembra ricondurre i Paesi a schemi politici semplici con un sempre maggior isolazionismo degli estremismi.

Le prossime tornate elettorali (Germania e Italia) diranno se la moda lepenista diventerà vintage o se continuerà a sopravvivere un qualche parte dell’Europa, ma come tutte le mode, sembra anche questa destinata a terminare il proprio ciclo.

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