Turismo, verso una nuova era?

Siamo pieni di turisti; invadono le nostre città affollando tutti i monumenti più importanti. Spesso non è una bella vista, spessissimo questa gente si presenta con completini anti caldo e anti fatica che rasentano la decenza; in un tripudio di ciabatte e vene varicose e panze alla zuava, a volte anzi spesso la nostra storia viene presa a calci.

Ma l’Italia non è solo le città d’arte, non è solo Roma o Venezia , l’Italia è molto di più; ci sono luoghi dove viene coniugata la bellezza del territorio con l’eccellenza e la tradizione, ma non vengono  sufficientemente sponsorizzati. Per fare questo bisogna avere una visione diversa del turismo, un’idea chiave attorno alla quale costruire le strategie evolutive del turismo in Italia. E qui si comincia a parlare di sostenibilità .

Il Mibact lo fa da qualche anno. Nello specifico della definizione di sostenibilità emerge che questa si può raggiungere solo attraverso la collaborazione senza rispettare i confini nazionali. Naturalmente è fondamentale che la collettività sia formata, perché non si può offrire un nuovo prodotto senza sapere come fare.

Il cittadino produce ospitalità e lo fa da attore, per far scoprire le aree interne, uscire dai percorsi canonici del turismo attuale. E anche il turista si selezionerà da solo; privilegiando magari una gita in bici in zone poco note, dove potrebbe esserci una cantina da visitare, un artigiano che fa ancora le borse a mano, un apicultore che fa un miele particolare.

Da qualche anno sono stati rivalutati i famosi “cammini”. Una volta si sentiva parlare solo di quello di Santiago di Compostela, ora invece si riparla di Via Francigena, una volta famosissima poi dimenticata nel tempo. Chiaro che sia anche fondamentale la collaborazione con gli enti locali, sperando nella persona illuminata e propositiva, attaccata al suo territorio.

Questo certamente non riuscirebbe ad allentare il flusso del turista medio, quello più innamorato dell’idea di poter raccontare il suo viaggio in Italia, magari sparlandone, ma potrebbe attrarre un turismo più consapevole di persone che vengono da noi come visitatori, accolti nella giusta maniera.

E potrebbe anche porre fine a quella razza di camerieri romani, quelli con il tovagliolo sul braccio, quelli che approcciano con “dica?”. Una nuova era per il turismo, sperando che i sanpietrini fino ad allora resistano.

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