Elezioni Amministrative, il punto

Ci sono tre dati che si evincono chiaramente da questa tornata elettorale e che sicuramente avranno forti ripercussioni sulla legge elettorale e sugli equilibri tra i partiti.

Il primo è sicuramente la débâcle del Movimento 5 Stelle. Il movimento del comico ligure, non solo non è arrivato al ballottaggio nei comuni capoluogo, ma le percentuali delle liste sono state per lo più prossime alla fatidica soglia del 5% che tanto preoccupa i partiti centristi.

Non solo, significativo è il risultato per esempio di Pizzarotti a Parma. Il primo esiliato del movimento ha ottenuto un gran successo, così come è accaduto nei casi dei candidati “non ufficiali” del 5 stelle che hanno di gran lunga superato le aspettative del direttorio grillino.

E non sono nemmeno state premiate quelle liste che già lavoravano da 5 anni nei comuni. In molti casi il tracollo elettorale è stato incredibile, mostrando una evidente carenza del Movimento nella selezione di una classe politica davvero capace di costruire un progetto di governo credibile.

Il secondo dato interessante è che – quasi banalmente – il centrodestra unito ottiene ottimi risultati. Sicuramente fallimentare al sud il progetto di “Noi Salvini” che probabilmente, dopo queste Amministrative, vedrà definitivamente chiudere i battenti, mentre al Nord, il sodalizio Forza Italia-Lega Nord riserva discrete soddisfazioni. Inoltre, in alcune realtà della Lombardia, l’alleanza che governa a Palazzo Lombardia (Lega, Forza Italia e Alternativa Popolare) ha dimostrato ancora una volta la propria efficacia portando a risultati ancor migliori.

Il terzo e ultimo dato significativo è che, se il centrodestra unito vince, Forza Italia è quasi costantemente sotto la Lega. In molte realtà del Nord Italia si è a fatica superata la soglia psicologica del 10% e anche dove il Sindaco era espressione azzurra, il movimento di Berlusconi non è riuscito a fare la differenza.

Certamente colpa della poca chiarezza che, anche a livello nazionale, condiziona il movimento che da troppo tempo non riesce a rivendicare la propria presenza su tematiche al centro del dibattito politico, lasciando spazio alla contrapposizione tra PD, 5 Stelle e Lega.

E il PD? Il partito di Renzi tace, “né carne, né pesce” si direbbe in gergo popolare. Tra riconferme e qualche nuova acquisizione, non ha certo mostrato – come fece durante le elezioni Europee – la potenza di fuoco di cui è stato capace in queste ultime tornate elettorali.

Di certo, i partiti avevano necessità di pesarsi per tornare a trattare sulla legge elettorale e nonostante i valori numerici di Camera e Senato, si assisterà inevitabilmente a nuove geometrie per produrre una nuova legge elettorale che possa consegnare al Paese un Governo, o una alleanza capace di dare sicurezza all’Europa e ai Mercati.

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