Aria d’accordo per il voto in autunno

Sono bastate poche battute di Silvio Berlusconi sul Messaggero di domenica per accendere una enorme bomba politica. Il Cavaliere è riuscito a far tentennare il Segretario Dem lanciando la proposta di un sistema elettorale alla tedesca promettendo di non opporsi all’ipotesi del voto anticipato in autunno. Le reazioni non si sono certo fatte aspettare.

All’entusiasmo di Renzi si è però contrapposta la diffidenza di Graziano Del Rio. L’ipotesi avanzata da Berlusconi sembra piacere anche alla sinistra ex Democratica, ma soprattutto ingolosisce l’ex Premier che vuole tornare al voto il prima possibile. Il tentativo di ridare vita al Patto del Nazareno, che negli ultimi anni ha tentato più volte di risorgere, ma senza successo, in questo caso potrebbe davvero prendere forma.

L’entourage di Renzi cerca però di metterlo in guardia. La possibilità che sia un bluff è molto alta e rischiare di far cadere Gentiloni senza garanzie potrebbe essere un boomerang dal quale il PD potrebbe non riprendersi.

Dal canto suo, Berlusconi avrebbe buone ragioni per portare a casa questo accordo: in primis manterrebbe una quota di proporzionale sufficiente a garantirgli un peso non indifferente nella formazione del nuovo governo e contemporaneamente arginerebbe il rischio 5 stelle. In secondo luogo potrebbe, con un accordo di larghe intese (proprio alla tedesca), scongiurare il rischio di trascinare Forza Italia nella deriva populista di Lega e Fratelli d’Italia. Certo, non tutto l’elettorato vedrebbe di buon occhio un accordo con il PD che dal canto suo però potrebbe accettare più di buon grado un accordo con il nemico storico, dopo l’epurazione della parte più a sinistra del partito.

Insomma un sasso lanciato nello stagno che ha fatto un tonfo pazzesco. Sarà ora necessario vedere se tutte queste premesse avranno le gambe per concretizzarsi in una proposta in Parlamento. Berlusconi è sicuro che il Rosatellum non ottenga la fiducia al Senato (soprattutto per la soglia di sbarramento al 5% che i tanti partitini che tengono in piedi la maggioranza non vorrebbero votare) e solo un accordo con un grosso partito potrebbe essere portato avanti.

Renzi sa che il ragionamento del leader azzurro ha un concreto fondo di verità e potrebbe scoprire le proprie carte, aprendo alla modifica del testo base, per vedere gli umori dentro e fuori il Parlamento. Diversamente, il rischio più grande è quello di vedere i tanti partitini tenere il Segretario democratico al guinzaglio fino alla scadenza naturale del mandato e senza una legge elettorale uniforme.

A dar speranza al nuovo Nazareno inoltre c’è la manovra finanziaria di dicembre. I pesanti tagli che si prospettano scoraggiano fortemente Renzi nell’assecondare la scadenza naturale del mandato. Questo sarebbe un assist naturale alle opposizioni che potrebbero cavalcare l’ondata del malessere ed erodere buona parte del voto democratico. Voto che però potrebbe alimentare il già vasto consenso grillino e di fatto sparpagliare tutte le carte in gioco.

Sembra pertanto che tutti i segnali conducano ad un accordo Renzi-Berlusconi che anche se non voluto, si renderà sostanzialmente necessario dai fatti.

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