Via dalla pazza folla: in Appennino

Alle porte dell’estate, con ferie e portafogli ridotti rispetto a quelli di un tempo, e con le città d’arte ingolfate dal turismo dei torpedoni e dei battaglioni scamiciati in marcia, vale la pena di pensare ad una vacanza ‘eco’ fra borghi e boschi dell’Appennino centrale. Con un’aspettativa in più: quella di contribuire alla ripresa delle aree colpite dal sisma, col nostro denaro e con i post e i selfie che di lì potremo inviare al mondo. Un contributo non da poco, quello che la potenza della comunicazione attraverso i social può offrire a questa ‘causa’: perché, come Coldiretti fa sapere, l’arrivo di turisti stranieri è crollato nelle aree del sisma, in Umbria le presenze dei turisti stranieri sono scese addirittura del 64 per cento a dicembre con le vacanze di Natale, e l’agriturismo è il settore turistico più colpito con le presenze praticamente azzerate per un crollo di oltre il 90 per cento degli arrivi nelle aziende agricole situate nelle aree del ‘cratere’ colpito dai terremoti, dove operano 444 agriturismi dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria.

Ma la speranza di rinascere è grande, gli operatori volenterosi e gran parte delle strutture sono perfettamente funzionanti o almeno in sicurezza: lo testimonia, istituzionalmente, Enit, che il 20 aprile ha annunciato lo stanziamento di due milioni, già impegnati nel bilancio dell’agenzia, da destinare ad Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. “Vogliamo far capire ai turisti attraverso la testimonianza di chi si trova in quelle regioni che, nonostante il terremoto, i territori colpiti sono attivi e organizzano eventi e spettacoli”, ha detto Giovanni Bastianelli, direttore esecutivo dell’Enit. Ma è chiaro che, nell’immaginario delle persone, sono i social a poter fare la differenza: grazie alla forza delle ‘testimonianze dirette’, da persona a persona, che passano attraverso le immagini, i video, e i valori condivisi, e possono essere belli e ‘veri’più di qualsiasi comunicazione ufficiale.

La vacanza in Appennino, vicino o nelle aree del sisma, rischia di essere piena di imprevisti e problemi organizzativi? Ma quale viaggio ‘organizzato’ nell’era del turismo di massa, tra voli low cost, trasferimenti avventurosi e sudati intruppamenti per il ‘ticket’ o il tramezzino, non lo è? Nei borghi dell’Umbria, delle Marche, dell’Abruzzo o del Lazio invece si può contare di trovare un’atmosfera rilassata, e poi accoglienza, grazie ad amministrazioni, sindaci, operatori economici e cittadini ben consapevoli dell’opportunità che come ‘clienti’ e ‘testimonial’ stiamo dando loro. In alcune aree il territorio è attrezzato da tempo: come in Umbria, che ha puntato su sentieri naturalistici, cammini religiosi ed eventi costruiti a misura di territorio, perché la ‘mobilità dolce’ e la cosiddetta ‘economia della bicicletta’ sono essenziali “per rafforzare questo settore, che ha margini di crescita enormi e trova nella nostra regione il territorio ideale per svilupparsi”, come ha spiegato Mauro Agostini, direttore generale di Sviluppumbria, agenzia per lo Sviluppo regionale che ha deciso di puntare proprio su questo settore.

In Umbria, l’idea di unire il turismo della bicicletta con quello dei pellegrinaggi e dei sentieri naturalistici può fare affidamento su una ricca serie di percorsi: la Via di Francesco e la rete dei Cammini dell’Umbria, fra i quali il Cammino di Benedetto, la Via Lauretana, la Via Romea Germanica, e sul sistema degli itinerari ciclabili, come la Ciclovia del Tevere, l’Anello del Trasimeno, la Pista ciclabile da Assisi a Spoleto e Norcia, la Grenway del Nera, la ciclabile di Narni ‘Lungo Nera dei Laghi’.

Ma anche dove le amministrazioni non hanno ancora attrezzato il territorio come ha fatto da tempo l’Umbria, per il ‘turista sostenibile’ c’è molto da fare. Come nelle Marche, capaci di offrire contenuti densi di arte, tradizione e gastronomia legata all’economia della campagna; o in Abruzzo, la cui bellezza si scopre su internet soprattutto digitando ‘Abruzzo piccolo Tibet’, o ‘Abruzzo Tibet d’Europa’, dove la natura è padrona e con un po’ di spirito d’avventura e con l’aiuto di internet e delle associazioni eco-turistiche si possono organizzare indimenticabili soggiorni fra trekking, biking, gastronomia tipica e panorami mozzafiato.

Da non dimenticare: decidere per una vacanza ‘sostenibile’ in Appennino offre anche un altro contenuto ‘etico’. Secondo le stime del rapporto del Parlamento europeo sul tema, pubblicato un anno fa, il turismo sostenibile permette infatti di ridurre, per un risparmio calcolato per l’Europa di circa duecento miliardi ogni anno, le malattie cardiovascolari e l’obesità, e l’inquinamento per carburanti e Co2. Una vacanza ‘eco’ in Appennino può offrire un grande contributo alla lotta all’inquinamento globale: ma lo capiremo meglio guardando, fra i monti, il tramonto, limpido e chiaro. Fermandoci, per un istante eterno, sul sentiero che scende al borgo: dove si accendono le luci della sera.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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1 Commento per "Via dalla pazza folla: in Appennino"

  1. Mi sembra sicuramente una scelta intelligente, un modo concreto di abbinare l’utile al dilettevole.

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