Nemmeno Moriarty

Quando sono in edicola mi chiedo spesso chi c’è dietro alcune riviste femminili. Mi spiego meglio: molte di queste sembrano pensate per un pubblico di donne sempre in procinto di fare una dieta, sempre in preda ai dolori della menopausa, alle prese con le perdite urinarie oppure con le macchie sulla pelle, i capelli aridi, insomma con dei relitti umani, lo scarto del genere femminile, pronte a tutto per cambiare per essere belle e desiderate. Esatto, desiderate; il filo conduttore è sempre uno, lui l’uomo dei sogni, quello da conquistare; i consigli dati sono di sfoggiare la vostra personalità, dovete essere voi stesse (e chi altri?), sedurlo con il fascino; naturalmente dopo aver: fatto una ceretta total, ottocento massaggi anti cellulite, impacchi con la bava dei vermi sapiens della Guinea al costo di cento euro a impacco, comprato un collant che, se non vi uccide, vi leva due taglie e per finire un profumo da maliarda, due gocce a peso d’oro.

Immagino chi scrive queste robe magari avvolta tra le carte di cioccolatini, peso medio duecento, una cattiveria dentro che nemmeno il Professor Moriarty, l’arcinemico di Sherlock Holmes. E immagino queste povere lettrici bramose del consiglio perfetto.

E poi non parliamo dei Guru delle diete; spesso gli articoli tuonano: provati per voi e sciorinano menù dietetici che nemmeno la moglie di Cracco potrebbe seguire. La Quinoa la fa da padrona e dopo aver letto di cosa si tratta, dagli a cercarla; poi passa fatta con farine mai sentite, salmoni che hanno trascorso  l’infanzia nei fiumi scozzesi prima di esser pescati e affumicati con fuoco fatto con betulle e solo betulle.

Frutta che ha come minimo attraversato un oceano e naturalmente tanta, tantissima acqua. Perché ormai bere molto è d’obbligo. E hanno sicuramente ragione, ma pensate un momento alla donna media, impiegata magari, mezz’ora pausa pranzo. Per fare la dieta spende circa metà dello stipendio e alla  fine dimagrisce davvero perché gli ultimi dieci giorni prima del mese deve per forza mangiare solo mele ; però beve tanto e andando al bagno ogni venti minuti si prende anche un richiamo dal capo.

Ecco, penso questo quando sono dal giornalaio. Poi compro la Pravda, chiedo se è uscito Solidarnosc e così mi avvio dal salumiere per comprare un po’ di sana mortadella. Con lo sfilatino fresco, perché vegano si nasce, io per fortuna non lo nacqui.

E l’unica  dieta che faccio è la Dieta Zona, una sera in un ristorante, una sera in un altro, sempre zone diverse.

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