Taxi!

Ricominciano gli scioperi dei tassisti. Un grande disagio per chi viaggia. La categoria si sente minacciata dal progresso; ma credo si dovrà arrendere, modernizzare è ormai inevitabile.

L’umanità da sempre ha bisogno di loro, ma nonostante la loro resistenza ai cambiamenti, anche loro si sono molto evoluti negli anni. Una volta si chiamavano carrozze, poi sono diventati taxi. All’inizio del XX secolo cominciarono a diffondersi le autovetture pubbliche che avevano un contatore per calcolare il prezzo del percorso è che veniva chiamato “tassametro” che, in francese, suonava “taxamètre”.

Pare che, un filologo francese del tempo non apprezzò affatto questo ibrido e propose di riportare il tutto all’origine, quindi alla lingua greca, utilizzando come primo termine il greco “tàxis”, che oltre al significato principale di “ordine, disposizione, fila” aveva anche quello di “determinazione d’imposta” e, quindi, di “tassa”. In tale modo l’ibrido “taxamètre” diventò “taximètre” di derivazione tutta greca e la vettura ad uso pubblico su cui era montato fu detta “voiture à taximètre” che diventò dapprima “taximètre” e successivamente “taxi”. In Italia fu invece adottato, per indicare l’autovettura in servizio pubblico, il francese “taxi” addolcito in “tassì”.

Dal 1992 , con una una Legge quadro, il colore delle autovetture è diventato obbligatoriamente bianco; Londra invece e’ famosa per i suoi Black cabs, spesso nella classifica tra migliori in fatto di servizio e cordialità, non certo per le tariffe, altissime. A New York sono gialli e rispondono spesso ai fischi di Cary Grant o Al Pacino, quando non sono guidati da Robert De Niro.

Ora sono in sciopero qui da noi. La categoria compatta si difende e non cede, tira uova marce ai concorrenti, resiste ad oltranza. Ma non hanno speranze, dovranno arrendersi alla modernità.

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