Tempi fluidi, da Bauman a Snapchat

Quando Zygmunt Bauman – che ci ha lasciati il 9 gennaio di quest’anno – parlava di “liquidità” non poteva che riferirsi alla modernità, che ormai oggi è caratterizzata da un complesso di attività liquide, individuali, privatizzate, incerte, ma soprattutto altamente vulnerabili. Bauman scrisse Modernità liquida nel 2000 e si può affermare che, a distanza di quasi vent’anni, le cose non sono cambiate ma anzi il pronostico da lui formulato si è rivelato decisamente più reale che surreale.

L’età “liquida” è caratterizzata da una netta prevalenza di angoscia verso la soddisfazione istantanea fatta di gioie momentanee, con il fine di perseguire desideri effimeri praticamente impossibili da realizzare. Nel 2017, sembra quindi esser perfetta l’espressione “modernità liquida” in cui l’unica certezza è il cambiamento. “La modernità liquida è la convinzione che il cambiamento sia l’unica cosa permanente e che l’incertezza sia l’unica certezza”, per utilizzare le parole del celebre sociologo polacco.

Siamo dunque impotenti, secondo Bauman, davanti al cambiamento, poiché senza accorgercene ve ne siamo immersi, come se si trattasse di una voragine senza fondo che ci costringe a cambiare al passo con i tempi, in maniera blanda e superficiale. La liquidità nel 2017 è racchiusa nei social network, che chiaramente ci condizionano e in un qualche modo sostituiscono la comunicazione interpersonale, rendendola  “liquida”, ma paradossalmente anche più utile ed istantanea.

Un esempio? Snapchat, la App più famosa degli ultimi tempi – che recentemente è arrivata in Borsa sbarcando a Wall Street e vendendo 200 milioni di azioni a 17 dollari l’una, arrivando a raccogliere 3,4 miliardi di dollari – rappresenta oggi un vero e proprio “social network liquido”. Da ogni parte del Pianeta gli utenti registrano video o foto su Snapchat che rimarranno in Rete solo per 24 ore, per venir poi letteralmente liquefatte e cancellate dalla storia del web.

La liquidità è quindi sempre più vicina ai tempi che viviamo ora, al presente; nonostante Bauman ne parlasse già 17 anni fa, il discorso oggi si fa più attuale che mai: cos’è più liquido di un social network che dopo 24 ore cancella ogni traccia condivisa? Come può una App che non mantiene nulla di concreto riuscire a sbarcare a Wall Street? Eppure in questo caso nella liquidità si è saputo cogliere il lato positivo, concreto, creando uno strumento di successo.

SnapchatSebbene nel mondo del marketing e della pubblicità siano molti i dubbi, perché i messaggi scompaiono, sono comunque molti gli specialisti in digital e mobile marketing che invece valorizzano e danno fiducia a social network come questi, che oltre ad avere successo ed essere apprezzati in ogni parte del mondo, generano messaggi che arrivano direttamente a target ben precisi.

In realtà, un’applicazione per Smartphone come Snapchat fa sì che si possa tornare a quelle interazioni “faccia a faccia” tra gli utenti, non essendo una comunicazione “non istantanea” che invece caratterizza gli altri social networks, ritornando quindi ad un tipo di conversazione istantanea e naturale (face to face).

Però Snapchat è oggi uno strumento di marketing estremamente efficace poiché paradossalmente offre opportunità che nessun impresa può non considerare, come il rinnovamento continuo dei messaggi, che permette di poter inventare sempre nuove storie, o il contenuto contemporaneo che, proprio perché temporaneo, necessita che gli si presti attenzione, come fanno gli utenti di Snapchat, proprio per assicurarsi di averlo visto. Gli utenti si mostrano più recettivi ai contenuti autentici come quelli di Snapchat che non ai contenuti generati dal marketing tradizionale. È impossibile con Snapchat condividere contenuti programmati, quindi le aziende sono obbligate a creare contenuti in tempo reale, vedendosi costrette a rielaborare una nuova ed istantanea strategia di comunicazione verso i clienti.

Snapchat apre ufficialmente le porte al nuovo web 3.0 in cui lo Smartphone ne è l’unico e solo protagonista. L’istantaneità di Snapchat permette una connessione continua, ma allo stesso tempo fluida, come direbbe Bauman, poiché si tratta di messaggi istantanei, che però rimangono vivi temporaneamente, “effimeramente” e “fluidamente”.

Bauman aveva ragione, il processo di fluidità e cambiamento continuo è l’emblema dell’attuale era contemporanea, o se vogliamo chiamarla come alcuni sociologi la ritengono, l’era post-moderna. La fluidità ci porterà alla disgregazione o all’aggregazione sociale? Questo lo scopriremo solamente con il passare degli anni. Forse non è del tutto negativa la premonizione di Bauman per il nostro futuro.

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