CNR, un modello matematico svela i belief systems

Uno Studio scientifico frutto della collaborazione tra l’Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell’Informazione e delle Telecomunicazioni del Cnr (Ieiit-Cnr), la University of California di Santa Barbara (USA), la Delft University of Technology (Olanda) e la Russian Academy of Science intende dimostrare come cambiano le opinioni degli individui nel corso del tempo e come evolvono i giudizi in base alle interazioni con gli altri, tenendo conto dell’influenza apportata da fattori esterni.

Il lavoro prodotto dal team internazionale, composto da Noah E. Friedkin; Anton V. Proskurnikov; Roberto Tempo e Sergey E. Parsegov, è un algoritmo, un “analytic”, che utilizzando i Big Data, in particolare quelli di Twitter riesce a elaborare teorie evolutive.

“Il modello matematico, analizza i belief systems: come, cioè, le opinioni degli individui su un argomento possono evolvere nel tempo, in modo dinamico sulla base delle interazioni con altre persone – come dichiara Roberto Tempo, Dirigente di Ricerca dell’Ieiit/Cnr e coautore della Pubblicazione – e considerando, anche, l’effetto di fattori esterni, come le opinioni degli individui su argomenti interdipendenti”.

I Ricercatori hanno preso come riferimento per condurre i propri studi, sperimentando contemporaneamente l’esattezza delle proprie intuizioni, l’analisi delle cause che hanno condotto all’invasione militare statunitense in Iraq nel 2003 e, trovando riscontro della fondatezza delle osservazioni e analisi compiute su questa base, hanno sviluppato la propria “analisi quantitativa”. Lo stesso tipo di “Modello”, sono giunti alla conclusioni, può consentire, allo stesso modo, di formulare previsioni sull’evoluzione di dinamiche sociali.

A questo proposito, Tempo, ci tiene a sottolineare che “…grazie a questo algoritmo abbiamo scoperto che il consenso dell’opinione pubblica statunitense, a proposito di un intervento militare in Iraq, si è generato perché l’allora Segretario di Stato Usa, Colin Powell, durante il discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, aveva presentato tre argomenti in favore dell’azione militare come interdipendenti”.

Del resto, sono tre gli scopi principali della Scienza: comprensione, spiegazione e predizione. Ed è questo la “visione” in cui la finalità dello Studio deve essere calata. La comprensione si riferisce all’idea generale di un fenomeno e al come si verifica, delle sue cause generali e alle sue relazioni con le altre parti del realtà circostante. La spiegazione ci dice perché il fenomeno o il fatto esaminato si sta svolgendo in un modo piuttosto che non in un altro. La predizione ci consente di fare delle proiezioni su cosa accadrò nel futuro in un contesto dato soddisfacendo date condizioni.

Nel caso preso in esame dagli studiosi per esemplificare la correttezza e fondatezza del teorema e del “Modello matematico” realizzato “…la struttura logica – fa notare il Dirigente di Ricerca, Tempo – verteva su tre argomenti specifici: Saddam Hussein possiede le armi di distruzione di massa; le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein presentano un serio rischio per il mondo intero; l’invasione dell’Iraq è una guerra giusta. Questa consequenzialità di enunciati rappresenta una struttura in cui un’alta probabilità di verifica del primo argomento implica un’alta probabilità che si verifichino anche gli altri due argomenti. Come lo Studio dimostra se gli argomenti fossero stati considerati in modo indipendente l’uno dall’altro, l’opinione pubblica statunitense sarebbe stata favorevole ad attendere la conclusione delle ispezioni da parte delle Nazioni Unite, mentre il consenso alla guerra si è generato dal discorso di Collin Power che aveva presentato gli argomenti come interdipendenti”.

E del resto l’utilizzo dei Big Data, come elemento fondante e costitutivo della nascita di un nuovo modello socio/economico che, necessariamente, ha e sempre più avrà influenze nel mondo scientifico, è tra gli indirizzi politici più recenti della Commissione Europea ai Paesi membri, che per accelerare il percorso verso questo diverso approccio economico lo scorso 10 gennaio ha fornito una serie di Politiche. Sono i “Dati”, infatti, che, come dimostra anche lo Studio del Cnr, costituiscono ogni giorno di più un fattore centrale “nei meccanismi di valore” in ogni settore.

Ed è alla concretizzazione e allo sviluppo di un simile enorme potenziale, oltre che alla garanzia dell’accesso per tutti allo stesso modo a tali enormi quantità di informazioni e per far sì che sia possibile combinare dati eterogenei, promuovendone, contemporaneamente, la circolazione e l’utilizzo nell’Unione Europea che sono finalizzate le azioni della Commissione, che sta concentrando i suoi sforzi a far chiarezza sugli aspetti legali connessi all’accesso e al trasferimento di dati e alla loro affidabilità, chiarendo le linee di lavoro su cui concentrerà i suoi sforzi nel prossimo futuro e lanciando due Consultazioni pubbliche, per raccogliere pareri che le consentano d’individuare le prossime, più urgenti ed idonee misure legislative da varare per far fronte alle istanze delle opinioni pubbliche dei diversi Paesi dell’Unione.

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