Merkel alla testa della CDU verso le elezioni 2017

Dei maggiori leader europei e mondiali, Angela Merkel è l’ultima a essere ancora in lizza, nel proprio Paese, per l’ennesima riconferma a Cancelliera. Sono passati Obama, Hollande, Cameron e sta passando anche Renzi, che con l’ex premier britannico condivide una pesante caduta in coincidenza di referendum popolari dagli esiti marcatamente anti-UE. I popoli si sono espressi e la ventata destrorsa, che sta sommergendo non solo il Vecchio Continente, ma anche le terre d’oltre Atlantico, è una dura e chiara risposta all’inefficacia dei governi nella definizione di linee politiche che vadano incontro ai cittadini e nella gestione di problemi sociali come crisi occupazionale, sicurezza pubblica e flussi migratori dalle aree povere e instabili del bacino mediterraneo, in balia di sanguinosi conflitti interni per la conquista del potere.

L’inossidabile Fräulein, invece, incassa al Congresso di Essen, cittadina della regione della Ruhr al centro della produzione tedesca di acciaio e carbone, la nona presidenza consecutiva alla guida della CDU, il Partito Cristiano Democratico, grazie a una maggioranza pari all’89,5 % dei voti, oggettivamente sostanziosa, ma – in realtà – in flessione rispetto ai quasi unanimi consensi ottenuti nelle precedenti occasioni.

Per evitare pericolosi basculamenti alla sua leadership di Partito e potersi così garantire la candidatura a quella che potrebbe essere – il prossimo anno – la quarta consacrazione come guida del Paese, la Merkel ha dovuto sterzare su alcuni punti di natura progressista manifestati nell’ultimo cancellierato, onde rassicurare i falchi e vasti segmenti di popolazione piuttosto scontenti. Parliamo, soprattutto, delle aperture all’accoglimento dei profughi siriani e dei migranti dal Nord Africa, scelta che ha provocato non pochi problemi d’ordine pubblico e d’integrazione civile. Freschi ancora nella memoria dei tedeschi sono i fatti di Colonia dello scorso Capodanno, quando un gruppo di extracomunitari, fra cui dei richiedenti asilo, fu protagonista di violenze sessuali di massa nei confronti di oltre 35 donne, nei pressi della stazione centrale dei treni.

Durante il discorso d’investitura al Congresso, la Merkel ha esternato, stringendo un compromesso con i vertici del Partito, la volontà di mettere dei paletti all’ingresso indiscriminato di migranti nel Paese, dissolvendo l’idea di confine aperto a tutti e ritornando all’uso ponderato dello strumento del respingimento. Degli 890.000 migranti giunti in Germania nel solo 2016, un terzo circa sarà celermente rimpatriato; tutti i casi di richiesta d’asilo saranno attentamente esaminati, per verificare se soddisfino i requisiti previsti. La CDU piega, dunque, a destra, seguendo il trend nazionale, dopo anni di “socialdemocratizzazione” attuata dalla sua presidente. La stessa ha affermato che in Germania prevale lo stato di diritto sopra ogni regola o usanza tribale; il diritto ha il primato sulla sharia islamica e non vi saranno società parallele. Il burqa o velo integrale sarà, tra l’altro, vietato nei luoghi pubblici per questioni d’opportunità e sicurezza, mentre è confermato il mantenimento del ricorso alla doppia cittadinanza per i figli nati in Germania da genitori stranieri, istituto sovente utilizzato, ad esempio, in seno alla folta comunità turca.

In tema di lavoro, ha ribadito l’incremento – nell’ultimo quinquennio – di 2,7 milioni di nuovi occupati nel Paese, oggi trasformato, da “malato d’Europa” del periodo post-riunificazione, in “ancora di stabilità” per l’Unione. Ha, inoltre, promesso che, in caso di vittoria alle politiche del 2017 da parte della CDU, le tasse non subiranno aumenti.

In ordine alla Brexit, ha precisato che la Gran Bretagna non avrà libero accesso al mercato unico europeo senza accettare la libertà di circolazione dei cittadini. Sul fronte della sicurezza, è invece all’orizzonte un progetto europeo di difesa militare comune, con caratteristiche d’autonomia dalla Nato a conduzione statunitense, pur rimanendone – in linea generale – nell’alveo; alla luce del recente avvicendamento alla Casa Bianca e dei prevedibili futuri cambi di rotta del neo inquilino in politica estera, l’iniziativa suona quanto mai urgente.

Alle elezioni venture, ha aggiunto infine la Merkel, il nemico più agguerrito sarà il populismo cavalcato dai movimenti anti-immigrazione della destra tedesca confluiti in Alternative fuer Deutschland (AfD). L’invito alla platea è, dunque, di diffidare delle soluzioni semplici da questi offerte e di puntare a una Germania sempre più “locomotiva” d’Europa. Visione, questa, che mostra un’indiscussa propensione europeista, senza rinunciare a quella punta di nazionalismo tipicamente teutonico.

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