Rivoluzione e luoghi comuni

[La morte di Fidel Castro ha suscitato commenti di vario segno che il nostro giornale ospita nell’intento di mettere a confronto le differenti opinioni su un personaggio pubblico che, a suo modo e nel bene e nel male, ha segnato la storia degli ultimi settant’anni dell’America latina e non solo – NdR]

Muore Fidel Castro e si moltiplicano i luoghi comuni, gli Hasta la victoria siempre virtuali e cartacei. Persino a Piombino, la mia piccola città di provincia, campeggiano manifesti murali con il volto di Fidel ai tempi della lotta sulla Sierra. Ormai si sa che nel mondo ci sono più castristi che a Cuba. Per forza, chi non vive a Cuba conosce soltanto la teoria e non la pratica di tale regime, molto più bravo a propagandare se stesso che a lavorare per il benessere del popolo. Proviamo a pensare ad alcuni assunti, non solo teorici, e cerchiamo di sgombrare il campo da tutto l’apparato della retorica di regime. Citiamoli come tanti slogan al contrario.

La Rivoluzione cubana ha preso il potere con il consenso popolare, eliminando un tiranno (Batista), ma ha stabilito una nuova dittatura, persino peggiore della precedente. La Rivoluzione cubana nasce come movimento popolare spontaneo, appoggiato da tutti i settori politici dell’Isola, finisce per dichiararsi comunista e per eliminare i rivoluzionari che non lo erano mai stati. La Rivoluzione cubana ha promesso le elezioni generali fin dalla sua vittoria ma non le ha mai concesse ed è rimasta al potere dal 1959, senza soluzione di continuità. La Rivoluzione cubana ha concesso istruzione pubblica gratuita, abolendo le scuole private, ma condizionando con l’indottrinamento ideologico lo studente. La Rivoluzione cubana concede accesso all’Università soltanto ai rivoluzionari, per anni ha lottato contro i religiosi e ha vietato il loro ingresso ai posti di comando e alle carriere prestigiose.

La Rivoluzione cubana ha manipolato la storia della patria al punto di far credere al popolo che José Martí sarebbe stato un precursore di Fidel Castro. La Rivoluzione cubana ha stilato una lista di autori e pensatori proibiti che non devono neppure essere menzionati nelle patrie scuole, primi tra tutti grandi scrittori latinoamericani come Vargas Llosa e Cabrera Infante. La Rivoluzione cubana concede il latte ai bambini solo fino a 7 anni e in cambio li obbliga a giurare ogni mattina con la formula: “Pionieri per il comunismo, saremo come il Che!”. La Rivoluzione cubana obbliga gli adolescenti che vogliono continuare a studiare a internarsi un’intera estate in collegi rurali per compiere lavori agricoli faticosi, lontani dalle famiglie, senza adeguata alimentazione, alloggiati in luoghi poco salubri, in condizioni di promiscuità tra maschi e femmine.

La Rivoluzione cubana garantisce la presenza dei medici sul territorio nazionale, ma usa il personale sanitario come forza lavoro specializzata da cedere ai paesi limitrofi in cambio di denaro e petrolio, degradando i medici al ruolo di servi della Rivoluzione. La Rivoluzione cubana da almeno trent’anni non riesce a garantire un’alimentazione adeguata a nessun cittadino cubano. La Rivoluzione cubana conserva il mito del paese senza problemi di droga, solo perché nessuno ne parla, soprattutto la stampa, che si guarda bene anche dal citare delitti e aggressioni, violenze e rapine. La Rivoluzione cubana non garantisce una vita normale ai bambini, per anni ha vietato persino gli alberi di Natale, i regali e la raffigurazione di Babbo Natale, come pericoloso mito imperialista.

La Rivoluzione cubana permette di vivere quasi 79 anni come età media, ma in un paese privo di ogni libertà, dove il sospetto e la paura la fanno da padrone. La Rivoluzione cubana cura l’AIDS confinando i malati in una sorta di lebbrosario, come se i malati fossero pericolosi appestati. La Rivoluzione cubana destina gran parte delle proprie risorse allo sport, perché sia un vessillo per la grandezza rivoluzionaria, ma le medaglie non si mangiano, osserva il popolo. La Rivoluzione cubana detiene il record delle fughe tentate o perpetrate da parte dei suoi abitanti, che sognano di scappare al Nord, proprio in quell’inferno capitalista che la Rivoluzione dipinge ogni giorno.

La Rivoluzione cubana ha molti detenuti per reati politici, condannati a 30 anni di galera solo per aver avuto un pensiero differente da quello ufficiale. La Rivoluzione cubana proibisce libere elezioni, referendum, consultazioni, libera stampa e libere opinioni. La Rivoluzione cubana proibisce la letteratura che non corrisponde alle sue idee rivoluzionarie. La Rivoluzione cubana ha portato un paese allo sfascio, alla bancarotta e i suoi abitanti devono prostituirsi per vivere, inventare il futuro, arrangiarsi nei modi più assurdi per tirare avanti. La Rivoluzione cubana diffonde l’idea della povertà dignitosa, ma il popolo da tempo ha perso ogni dignità continuando a restare povero.

La Rivoluzione cubana è la più grande menzogna della storia, ma in Europa un sacco di gente ci crede ancora. Purtroppo.

©Futuro Europa®

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