Rassegna stampa estera

Sono ancora le banche italiane e i migranti che sbarcano sulle nostre coste a far parlare di loro sulle pagine della stampa estera. Molte di queste notizie vengono riprese anche dai nostri media, cercheremo qui di vederle da una prospettiva diversa.

James Politi e Davide Ghiglione hanno pubblicato sul Financial Times una lunga intervista a Roberta Tonelli, sfortunata piccola investitrice toscana che ha visto il suo sogno trasformarsi  in incubo. I due giornalisti hanno scelto la sua storia come simbolo della crisi che ha travolto molti piccoli risparmiatori italiani: “l’impossibilità di una famiglia di restituire 800.000€ a Monte dei Paschi è l’emblema della crisi bancaria italiana”. La storia di Roberta Tonelli è semplice, “dieci anni fa, la commessa di una piccola città a sud di Firenze, ottenne un prestito di 800.000€ per comprare un piccolo agriturismo sulle colline. Per lei e per il marito, un operaio comunale è stato un grande passo verso la realizzazione di un sogno”, una vita tranquilla in un rifugio nella natura. I due giornalisti hanno incontrato la signora Tonelli pochi giorni fa che gli ha raccontato come tutto sia andato storto. “l’agriturismo è andato perso – tutto quello che gli è rimasto è una vecchia brochure – e lei è ancora fortemente indebitata con la banca, il Monte dei Paschi di Siena.” Roberta ha pensato a togliersi la vita più volte, non lo ha fatto per il marito e le figlie. Spiegano Politi e Ghiglione che l’impossibilità della Signora Tonelli di rimborsare il MPS non è solo la sfortunata storia di un prestito andato storto. E’ l’emblema della quantità imponente di prestiti lordi in sofferenza – del calore di circa 360 miliardi di euro – che pesano sul sistema bancario italiano e sull’economia dall’inizio della recessione.” (…) La casa è andata all’asta, per cifre irrisorie, la Signora Tonelli è rimasta con i suoi debiti  e MPS si è rifiutata di commentare il suo caso, se non un laconico commento: “ci dispiace per le vicissitudini della Signora, ma la banca ha seguito tutte le procedure legali per riottenere i suoi soldi (…) quali che siano le circostanze.”

E se MPS giustifica il suo pragmatismo con un laconico “questa è la procedura”, Olivier Tosseri su Les Echos spiega come la ripresa ci complichi per le 4 banche italiane sotto esame.  “Due fondi americani offrirebbero tra i 500 e i 600 milioni di euro per permettere a quattro banche regionali, il cui salvataggio è costato 1,65 miliardi al settore bancario, di riprendersi . Un po’ meglio del previsto per quanto riguarda la forma, ma non proprio nel merito (…) La stampa italiana, che cita fonti vicine al dossier, riporta i nomi dei potenziali acquirenti. I due fondi americani Apollo e Lone Star vorrebbero comprare in blocco le quattro banche, mentre una terza offerta punterebbe sulla società di assicurazioni BAP di Banca Etruria. Il fondo Apax avrebbe da parte sua inviato una lettera che la metterebbe in gioco senza però un offerta concreta. Le proposte di acquisto andrebbero dai 500 ai 600 milioni di euro, un’offerta ben inferiore alla stima di due miliardi realizzata lo scorso Gennaio, dopo il risanamento dei bilanci delle quattro banche (…) Soprattutto queste offerte non coprono i costi totali del piano di salvataggio per le quattro banche. In Novembre questo aveva raggiunto i 3,6 miliardi di euro e il settore bancario italiano vi aveva contribuito coprendone 1,65 miliardi. Con la vendita di queste banche, è poco probabile che il settore recuperi la sua posta. Ciò penalizzerebbe soprattutto Unicredit, Intesa San Paolo e Ubi Banca”. Anche qui non sembra ci sia facile via d’uscita.

“Crisi bancaria: l’Italia sarà la prossima?” si chiede Mathilde Damgé su Le Monde. “E una delle conseguenze della Brexit: questo il parere di alcuni economisti, la crisi che minaccia da qualche anno le banche italiane potrebbe materializzarsi prima della fine dell’estate. Il settimanale britannico The Sunday Telegraph ha rilevato che il Governo italiano stava battagliando con Bruxelles per attuare un piano di salvataggio di 50 miliardi di euro. Le nuove regole, in vigore dal 1° Gennaio, per l banche europee impongono in effetti di far ricadere le perdite di una banca sui creditori prima del salvataggio grazie a fondi pubblici. Problema, in Italia,  i creditori sono PMI  e piccoli investitori. L’analisi è lunga, ricca di grafici e risponde a domande interessanti come “fino a che punto la crisi sia grave?”, “da quanto va avanti questa storia?”, “ci saranno ripercussioni sull’economia reale?”. In conclusione, la Damgé scrive che nelle loro previsioni, gli analisti delle banche di investimento hanno tutti rivisto le loro previsioni di crescita la ribasso. La Barclay addirittura prevede un passo regresso del PIL italiano del 0,1% nel 2017, mentre tutti glia altri Paesi dello “zoccolo duro” europeo profitterebbero di un ritorno, seppur moderato, della crescita. Se questo mesto scenario si realizzasse, l’Italia avrebbe ancora più difficoltà a riassorbire il suo debito, il più importante d’Europa in proporzione al suo PIL dopo la Grecia: il 133% contro il 96% della Francia e il 71% della Germania.” (…)

Interessante, e curioso, il consiglio lanciato dalle pagine del tailandese The Nation da Jitipol Puksamatanan, economista e stratega presso la TMB Analytics a MPS e alle nostre banche in generale. Il settore bancario italiano ha preso con troppo ottimismo la crisi cominciata nel 2008, l’ha affrontata “con troppa leggerezza (…) questa storia ci insegna lacune cose importanti che dobbiamo sempre ricordare. In primo luogo non trattare le cose negative con ottimismo. Nel settore bancario il livello di NPL (Non Performing Loans) deve essere realistico, non ottimista. Infatti nel 2008, il rapporto NPL delle banche italiane era di circa il 6%, a quel tempo  il doppio del tasso delle banche tedesche, spagnole e francesi (…) Nel caso Italia, la depressione economica non deve essere trattata con leggerezza, e sia il Governo che le imprese devono prestare più attenzione ai dati (…) i piani di salvataggio non sempre funzionano, non lo hanno fatto nel 2014 e nel 2015”. Chiude Puksamatanan chiedendoci di essere realistici, ben informati e non ripetere gli stessi errori”, uomo avvisato…

Chiudiamo con la questione migranti e minori. Secondo delle testimonianze raccolte da Eva Cossé sul sito di Human Rigths Watch, l’”Italia rispedirebbe illegalmente migranti minorenni in Grecia”. La ricercatrice riporta la storia di Afram, “ un diciassettenne curdo iracheno che, dopo essere stato nascosto in un tir nel traghetto che lo portava dalla Grecia all’Italia, senza acqua o cibo per più di 18 ore, una volta scoperto è stato trattenuto per diverse ore, dalla polizia italiana, in un angusto stanzino del traghetto e rispedito in Grecia (…) Questa brutta triste on è una novità. Nel 2013 Human Rights Watch ha documentato il fallimento della polizia di frontiera italiana nel filtrare adeguatamente le persone che avevano bisogno di protezione, inclusi bambini non accompagnati, che arrivavano nei porti dell’Adriatico nascosti nei traghetti (…) Tornati in Grecia, i bambini non accompagnati spesso subivano abusi da parte della polizia, venivano detenuti in condizioni spregevoli, e subivano violenze xenofobe”. Spiega la Cossé che se è vero che nel 2014 la Corte per i Diritti Umani ha condannato questi sommari comportamenti, “l’Italia sta continuando a rispedire in Grecia i minori non accompagnati”. Quando ha incontrato Akram, il ragazzo veniva sballottato da più di due settimane dalle cantine della Guardai Costiera a uno squallido posto di polizia in attesa che lo accogliesse un rifugio per minori. “Sia l’Italia che la Grecia affrontano sfide importanti lanciate dalla crisi migratoria. Ma non ci sono scuse per trattare Akram o qualsiasi altro bambino in questo modo. L’Italia dovrebbe smetterla di rispedire i bambini in Grecia, e le autorità greche non dovrebbero permettere la detenzione di minori nelle loro celle e in condizioni degradate”.

James Politi, Davide Ghiglione, HOw Italy business dream became an Italian bad loan nightmare, Financial Times, 26 Luglio 2016; Olivier Tosseri, La reprise des quatre banques régionales se complique, Les Echos, 24 Luglio 2016; Mathilde Damgé, Crise bancaire: l’Italie sera la prochaine?, Le Monde, 20 Luglio 2016; Jitipol Puskamatanan, Lessons learned from world’s oldest bank, The Nation, 26 Luglio 2016; Eva Cossé, Italy Illegaly Returning Migran Children to Greece, Human Rights Watch, 26 Luglio 2016.

©Futuro Europa®

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