Soft Economy

La Soft Economy “è un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione ma anche sull’identità, la storia, la creatività, la qualità. Un’economia in grado di coniugare coesione sociale e competitività e di trarre forza dalle comunità e dai territori”. Così la definiscono il giornalista Antonio Cianciullo, e il presidente onorario di Legambiente, Ermete Realacci, nel loro Soft Economy, pubblicato nel 2005. Alla Soft Economy  la Fondazione Symbola e Unioncamere hanno dedicato anche quest’anno l’ormai tradizionale festival, da poco concluso a Treia, in provincia di Macerata. Una edizione, quella del 2016, che ha visto al centro il concetto della condivisione, economica e sociale: “Coesione è Competizione. Le nuove geografie della produzione del valore in Italia” è infatti il titolo del rapporto presentato sull’economia del Bel Paese.

Il Rapporto 2016 ha selezionato il valore della ‘coesione’, sulla base del quale ha operato un confronto tra le imprese ‘coesive’ e imprese ‘non coesive’. Sulla base di questo parametro, l’analisi ha evidenziato la maggiore produttività delle imprese ‘coesive’ nei confronti di altre imprese, istituzioni, consumatori e terzo settore: il 47 per cento di queste imprese infatti ha registrato aumenti di fatturato nel 2015 rispetto all’anno precedente, contro il 39 per cento delle imprese non coesive. Per quanto riguarda l’occupazione, il 10 per cento delle imprese coesive ha dichiarato assunzioni nel 2015, contro il 6 per cento di quelle non coesive. Sul fronte delle esportazioni, le imprese coesive hanno registrato ordini dall’estero in aumento nel 50 per cento dei casi, a fronte del 39 per cento delle non coesive

Secondo lo studio di Symbola e Unioncamere, le imprese coesive sono attente all’ambiente e ai valori sociali: il 53 per cento di queste imprese investe infatti in prodotti e tecnologie ecocompatibili, contro il 38 per cento delle imprese non coesive. E la ragione si trova nel circuito virtuoso che si è instaurato tra imprese e consumatori critici e consapevoli: “La crescente sensibilità del cittadino ai temi della tutela della sostenibilità in tutte le sue sfaccettature sta progressivamente modificando il modo di fare impresa”, ha detto il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Le aziende, infatti, sono sempre più consapevoli del fatto che una quota importante del successo dei propri prodotti e servizi si gioca oggi anche su aspetti non meramente economici ma valoriali”.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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