UE-Giappone, accordo di libero scambio

Tra le diverse partnership economiche che l’Unione europea prova a stabilire con altri paesi e continenti del mondo, quella con il Giappone sembra essere una frontiera molto interessante da percorrere. Già sin dal 2013 sono iniziati i colloqui tra UE e Giappone per concludere in pochi anni un accordo che potrebbe far crescere l’economia europea dello 0,8%, contro una stima del solo 0,5% del TTIP con gli Stati Uniti, ultimamente entrato in una fase controversa a causa della violazione americana degli standard alimentari europei.

Oltre tre anni, dunque, per una serie di 16 cicli di negoziati con Tokyo per consolidare l’intesa. Il meeting più recente si è svolto a Tokyo nel mese di aprile, mentre il prossimo è previsto a settembre a Bruxelles. Durante l’ultimo vertice del G7 tenutosi alla fine di maggio in Giappone a Ise-Shima, i leader politici provenienti da Giappone, Unione europea, Francia, Germania, Italia e Regno Unito, hanno ribadito l’impegno a raggiungere un accordo politico in tema possibilmente entro quest’anno. Il 16 giugno, infine, le imprese giapponesi ed europee hanno espresso lo stesso interesse quando si sono incontrate a Tokyo per un forum di settore. Sembra dunque che entrambe le parti siano interessate a concludere con successo e al più presto l’accordo di libero scambio, che in un momento di incertezza economica globale, potrebbe rilanciare la crescita congiunta di due delle più grandi economie del mondo.

Nel corso di questi anni, tuttavia, le trattative sono state rallentate da una serie di pretese avanzate dalle due parti in causa: da un lato, il Giappone chiede l’eliminazione delle tariffe doganali imposte dall’UE su autoveicoli e prodotti elettronici giapponesi. Dall’altro, l’Unione europea auspica una maggiore apertura del mercato giapponese riguardo i dazi su alimenti e bevande, in particolare carne di suino, pasta e vino, oltre a una maggiore trasparenza e apertura in materia di appalti pubblici.

Un altro aspetto cruciale per l’UE è rappresentato dall’accesso al mercato degli appalti pubblici giapponese: da tempo i rappresentanti del settore ferroviario europeo sostengono l’assenza di una parità di condizioni per le imprese europee interessate al paese asiatico; questo a fronte di un mercato UE degli appalti pubblici che già da tempo è stato liberalizzato. Di recente si è espresso a favore della partnership il Commissario UE per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan: data la crescente popolarità della cucina giapponese in Europa, Hogan vede la conclusione dell’Accordo di libero scambio come  un’ottima opportunità per i produttori agricoli giapponesi di avere un accesso diretto al mercato europeo.

Tomáš Zdechovský, deputato per il Gruppo PPE al Parlamento europeo, conferma l’opportunità che l’Europa avrebbe favorendo gli investimenti giapponesi nell’UE: «Si parla spesso di investimenti cinesi, dimenticando che il Giappone è da lunghissimo tempo uno dei nostri partner democratici più importanti».

Dopo la Cina, il Giappone rappresenta il secondo partner commerciale asiatico per l’UE: dall’Europa le esportazioni verso il paese del sol levante sono perlopiù costituite da macchinari, mezzi di trasporto, prodotti chimici e agricoli. In base alle stime della Commissione UE, con una risoluzione positiva dell’accordo di scambio l’export europeo potrebbero aumentare del 32,7% a fronte di un 23,5% delle maggiori esportazioni verso l’UE. Nel 2015 il Giappone è stato il quinto più grande importatore di prodotti agricoli e prodotti agricoli processati provenienti dall’UE, ricevendo il 4,1% del totale delle esportazioni agricole dell’UE.

©Futuro Europa®

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